Consideriamo il Teatro innanzitutto un luogo fisico, una “casa”, una “piazza coperta”, uno spazio in cui conoscere e conoscersi, in cui crescere e far crescere, in cui condividere; un luogo “protetto”, riconoscibile, attrezzato e sicuro; uno spazio magico, dove poter esercitare liberamente la propria e l’altrui immaginazione, la propria e l’altrui identità, la propria e l’altrui cultura.
La responsabilità di gestire uno spazio pubblico, da un lato, ci suggerisce l’obiettivo di rispondere alle necessità culturali e sociali del territorio in cui lo stesso è inserito e, dall’altro, ci consegna il compito di pungolare, incuriosire, “scompigliare” e far crescere la comunità che vive attorno al teatro stesso.
Tra le tante attività che, anno dopo anno, realizziamo in questa piazza, c’è un cartellone di spettacoli in cui confluiscono la qualità e la ricerca di artisti affermati e nuove compagnie, i tanti linguaggi diversi del teatro, i testi di grandi autori e la nuova drammaturgia. Scegliamo spettacoli che riguardano il nostro tempo, il tempo che abbiamo passato e quello che sta arrivando; spettacoli che parlino di noi, di quello che attraversiamo e di quello che ci attraversa; spettacoli che lascino un segno indelebile, sia esso lo stupore, un pensiero, un’emozione.