la locandina:
diretto da Andrea Paolucci
disegno luci e suoni Andrea Bondi
una produzione Teatro delle Temperie
in collaborazione con Teatro dell'Argine
con il sostegno della Provincia di Bologna e della Regione Emilia Romagna
crediti:
- Categoria: Prosa
- anno: 2012
- diretto da: Andrea Paolucci
- scritto da: Andrea Lupo
- una produzione: Teatro delle Temperie e Teatro dell'Argine
la trama:
Un vortice in cui memoria, appartenenza, famiglia e sangue si mescolano a guerra, deportazioni, tradimenti, fughe e vendette.
Due storie parallele ma strettamente intrecciate, quella di Branko e quella di suo nonno Nap’apò, due generazioni di rom in questa Europa in cui le etnie nomadi hanno vissuto e vivono ancora vite separate, vite “a parte”. Una generazione è finita nei campi di concentramento, la successiva nei campi rom alle periferie delle grandi città.
Branko Hrabal in fuga dall’Ungheria si rifugia in un campo rom in Italia. Porta con sé dieci scatoloni contenenti quel che rimane del famoso circo ereditato da suo nonno.
Circo che ha dovuto bruscamente interrompere la sua attività durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i nazisti ne hanno prima rinchiuso e poi sterminato tutti gli artisti. Branko non sa che farsene di questa eredità pesante ed ingombrante. Ma nel campo trova un gruppo di bambini curiosi che lo obbligano a raccontare la storia di quel circo, che è la storia della sua famiglia e che è in sintesi la storia dell’Europa da cui tutti discendiamo.
Branko si trova così a ripercorrere l’epopea della propria famiglia, dalla gioia, dall’incantamento e dallo stupore che il circo di suo nonno sapeva portare in giro per tutta Europa, fino alla fuga, alle deportazione, alla reclusione e allo sterminio. Sette bambini lo ascoltano con occhi pieni di incantamento e trovano finalmente fra un trapezio, cinque clave e qualche vecchio costume una nuova speranza di riscatto e di felicità.
Fra gente del campo che non è neppure più in grado di immaginare un domani per sé e per la propria famiglia c’è ancora invece chi riesce a vedere una possibilità di futuro: quei sette bambini che trasformano la storia della famiglia di Branko in energia nuova e voglia di riscatto. Nascosti nelle cantine di un vecchio palazzo abbandonato, ispirati da Branko lavorano sodo e alla fine riescono a dar vita ad un nuovo circo... un loro nuovo circo... un circo sottoterra... un circo capovolto.
note di regia
rassegna stampa
Corriere di Bologna
Dolcezza e violenza, incanto e durezza. In una periferia di tralicci, rifiuti, baracche, roulotte sfasciate, con palazzoni sullo sfondo, fango e erbacce sotto i piedi, si svolge quel romanzo meraviglioso che Il circo capovolto (2008) della bolognese Milena Magnani... è diventato ora un bello spettacolo, dal ritmo stringente e coinvolgente. Con la regia Andrea Paolucci e l’interpretazione intensa di Andrea Lupo.
Scatta la magia del teatro, che solo con la voce, con pochi gesti, segni, musiche, riesce a ricreare un mondo intero, gli scontri, gli odi, l’esaltazione e la maledizione della differenza, la sua umanità e quel barlume di felicità che qualcuno chiama bisogno di un mondo diverso.
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Carlo Magistretti
bolognateatro.it
Spettacolo cinematografico ed evocativo: sembra quasi di vedere i luoghi e i protagonisti di tutto ciò che viene raccontato. Uno spettacolo sicuramente gradito a chi ama il teatro di narrazione.
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Roberto Canavesi
teatroteatro.it
Un racconto che intreccia l'olocausto rom a toni di un'epopea famigliare i cui protagonisti, Branko escluso, non hanno più fatto ritorno dal campo di concentramento: la narrazione, dal ritmo sostenuto e coinvolgente, rivive nella pregevole interpretazione di Andrea Lupo, ispirato cantore delle gesta del protagonista cui da voce con un curioso slang balcanico-emiliano. Assoluto controllo del corpo e sguardo dritto in avanti, pochi ed elementari gli ingredienti di una bella prova d'attore che rende merito alla storia ed alla tradizione del miglior teatro di parola.