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giovinezza obbligatoria
  • Giovinezza obbligatoria
la locandina:

di Andrea Lupo

con Tiziana Irti Andrea Lupo

regia Simone Schinocca

scene e costumi Giancarlo Gentillucci

una coproduzione Teatro delle Temperie, Tedacà, Arti e Spettacolo

crediti:
  • Categoria: In distribuzione
  • anno: 2020
  • diretto da: Simone Schinocca
  • scritto da: Andrea Lupo
  • una produzione: Teatro delle Temperie, Tedacà, Arti e Spettacolo
la trama:

In un mondo immaginario, l’umanità è organizzata da decenni con un sistema di regole ferree e vive le diverse fasce d’età in una rigida tabella di marcia controllata dagli Agenti Anti Età, sistema che non consente scelte individuali e convivenza di individui di età diverse.

In questo mondo la vecchiaia è la fase negata, la malattia definitiva e incurabile.

I due personaggi della storia sono perfettamente integrati in questo sistema fino a quando uno di loro un giorno si sveglia e di colpo è diventato vecchio. Luca e Franca reagiscono ognuno con le proprie capacità all’evento catastrofico che ribalta definitivamente le loro vite.

note di regia
Viviamo in un tempo in cui difficilmente riusciamo a “sentirci risolti” rispetto al tempo trascorso.
Stare nella propria età, avere la consapevolezza di quello che è stato e che potrà essere, rispettare e amare il proprio corpo che vive l’esperienza degli anni che trascorrono.
Mettere al centro noi stessi e non sentirci intrappolati in do- ver fare, dover essere, dover apparire. da qui abbiamo pro- vato a partire per questo lavoro che nella sua creazione ci ha fatto attraversare l’Italia e con cui abbiamo provato a inter- rogarci sul tempo che scorre e su quanto spesso non ci si senta pronti per quello che è stato e che sarà.
Abbiamo esasperato la percezione della vecchiaia, l’abbia- mo portata ad essere una malattia che tutti evitano come una peste, un tumore e che quando arriva porta con sé un verdetto irreversibile.
In una società fatta di specchi, in cui tutti si guardano dall’im- magine riflessa, senza mai riuscire ad arrivare ad un vero sé, un tempo scandito da innumerevoli doveri e sovrastrut- ture, in cui il vortice sembra essere una condizione insosti- tuibile. Anche questa una esasperazione del tempo reale. un mondo sopra le righe, in cui porsi domande diventa pratica inusuale. E proprio quando viviamo una condizione estre- ma, che ci pone di fronte ai limiti di tempo, di esperienza, nel momento in cui tutto si paralizza per una malattia, per una imminenza della fine, proprio in quegli attimi tutte le sovra- strutture crollano e si crea un’occasione insostituibile: una bolla di verità, una delle poche opportunità per provare ad
ascoltare il chi siamo, il dove siamo e quello che realmente desideriamo.
un testo e uno spettacolo a cui stavamo lavorando nei mesi precedenti al diffondersi della pandemia, e che in modo quasi profetico aveva proiettato nel mondo che stavamo an- dando a realizzare sul palcoscenico aspetti della condizione in cui tutti da li a poco ci saremmo trovati e che sarebbe di- ventata “condizione” comuna e condivisa.
una disarmante attualità e una dimensione ironica a tratti anche grottesca attraversa il mondo, i personaggi e soprat- tutto i vissuti che GIOVINEZZA OBBLIGATORIA porta in sce- na, parlando in qualche modo ad ognuno di noi, delle nostre fragilità, delle nostre ossessioni, dei nostri desideri e aspi- razioni.
 
Simone Schinocca
note dell'autore
Che cos’è la vecchiaia? E’ una questio- ne anagrafica? È una questione biolo- gica? È una questione sociale? Quand’è che una persona può essere dichiarata “vecchia”? È una questione psicologica? È una questione fisica? di prestazioni? di capacità o incapacità a svolgere de- terminate mansioni?
Questa è l’indagine che abbiamo cerca- to di fare, in un mondo come quello at- tuale in cui la vecchiaia è sempre meno rappresentata, sempre più allontanata e rifiutata, non solo dal punto di vista fisico e dell’apparenza, fenomeno non nuovo, ma in modo sempre più violen- to, anche da quello dell’aspettativa sul- le prestazioni delle persone, lavorative
e relazionali. Come se tutti gli aspetti che accompagnano l’avanzare dell’età fossero per forza negativi. Come se un corpo che funziona in modi e tempi di- versi, con necessità diverse fosse una cosa di cui vergognarsi.
Nella nostra società proviamo tutti an- goscia pensando al momento in cui verremo dichiarati vecchi, in cui ci ar- renderemo alla sentenza di qualche ente esterno, istituzionale o commer- ciale, che ci notificherà il nostro pas- saggio alla terza età, magari in modi anche all’apparenza banali come l’in- vio di pubblicità basate su algoritmi che decidono per noi quando è il momento di smettere di desiderare alcune cose,
per passare ad altre. Abbiamo paura di quel momento, di venire tagliati fuori, di finire nel mondo dei lenti, degli inutili, di chi consuma senza produrre. Ci ag- grappiamo ad ogni ogni novità e a ogni accelerazione della società, in modo da ritardarlo il più possibile o per lo meno di attutirne la percezione.
Abbiamo cercato di indagare questi aspetti chiedendoci cosa succederebbe a una persona se dovesse improvvisa- mente ritrovarsi in una sorta di sogno kafkiano in cui al posto dei panni di uno scarafaggio, si trovasse in quelli di un vecchio
 
Andrea Lupo
note dello scenografo
Ho pensato di rendere tutto trasparen- te come per i tempi che viviamo, con le nostre vite esposte agli occhi altrui attraverso il mondo social. La scena a volte è anche riflettente e consente agli attori di osservarsi e moltiplicarsi, quasi ad affermare l’omologazione di cui tutti siamo vittime .
In scena si riflette anche il pubblico che forse si può immedesimare con ciò che accade.
I costumi ci suggeriscono una visione dell’abbigliamento molto legata al la- voro, a una moda che esclude la di- versità e appiattita sulla funzionalità, escludendo totalmente il piacere di rappresentare se stessi in mezzo agli altri.
 
Giancarlo Gentilucci
rassegna stampa
 
[...] dopo pochi minuti di spettaco- lo, diretto da Simone Schinocca, la sensazione non è affatto quella di osservare un mondo distopico, ma quella di aver aperto la finestra su una casa qualsiasi di due coniugi nel pieno delle loro carriere [...] Nel giro di un’ora lo spettacolo accompagna gli spettatori in un vortice emoti- vo turbolento. un percorso in cui si affrontano tutti gli stati d’animo che ci accompagnano dalla giovinezza obbligatoria alla vecchiaia inevitabi- le. Così, nel giro di pochi minuti tut- to muta......La sensazione è quella che l’opera faccia un lavoro molto importante, ossia concedere allo spettatore un momento di rifles- sione verso i grandi temi rimossi di questi tempi: la vecchiaia, il rallen- tamento del nostro corpo, l’accetta- zione dei nostri lati più oscuri, brutti e non mostrabili [...]
 
ABOUT BOLOGNA Luca Vanelli \ 20-10-2020
 
 
[...] un’analisi cruda della nostra contemporaneità, resa godibile al pubblico dalla sapiente scrittura di scena, ricca di verità quotidiana e di ironia, di quella particolare banalità che, come sostiene lo stesso Lupo, deve interessare al teatro, in quan- to rappresentativa di tratti emotivi e comportamentali condivisi dalla maggior parte degli esseri umani. Lo spettatore è portato a riflettere sui parametri che definiscono l’an- zianità nella nostra società, sulla loro legittimità e sulla discrepanza fra la convenzione collettiva e la per- cezione individuale.
Ne risulta un viaggio fra profon- di interrogativi personali e sociali, che gode dello sfondo offerto dalla scenografia di Giancarlo Gentilucci, suggestiva esagerazione della no- stra convivenza col mondo virtuale e concreto appoggio per i monologhi interiori degli attori [...]
 
BIRDMEN MAGAZINE Matteo Dagnino \ 9-11-2020
 
 
[...] spettacoli come questo, non solo fanno trascorrere un pò di tem- po di qualità e distraggono per un pò da se stessi, ma mettono in moto i pensieri, creano collegamenti, em- patia, terapeutiche identificazioni in personaggi, situazioni ed emozioni, ampliano la coscienza, ci riportano a noi e ci fanno riconoscere come
esseri umani [...]
 
UNANIMAINVIAGGIO.IT Patrizia Pazzaglia \ ottobre 2020
un grazie speciale a