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Don Giovanni
in carne e legno
  • Don Giovanni
la locandina:
con: Nicola Cavallari, Eleonora Giovanardi, Gianluca Soren, Luca Ronga (guaratelle)
musiche e canzoni Andrea Mazzacavallo
disegno e realizzazione scene e guarattelle: Brina Babini - Atelier della Luna
maschere: Andrea Cavarra
disegno luci: Maddalena Maj
testo: Nicola Cavallari e Luca Ronga
costumi: Licia Lucchese
ombre: Federica Ferrari
crediti:
  • Categoria: Prosa
  • anno: 2011
  • diretto da: Ted Keijser
  • scritto da: Nicola Cavallari
  • costumi: Licia Lucchese
  • una produzione: Teatro delle Temperie, Tap ensemble, Balrog Teatro, Atelier della Luna e La Bagattella
la trama:

Don Giovanni in carne e legno realizza l'idea di veder recitare insieme, su uno stesso palco, attori e guarattelle napoletane: uno spettacolo inedito che fonde commedia dell'arte e teatro di figura, un impasto frutto della mescolanza di due modalità espressive di grande tradizione scenica. Attori e burattini si muovono in scena agendo sul palchetto di commedia come sul teatrino, e invadono reciprocamente gli spazi loro assegnati per tradizione, colmando così l'antica distanza fra il teatro "alto" dei comici in carne e ossa e il teatro "altro" dei girovaghi di piazze e mercati. Il nostro Don Giovanni è il risultato di un'attenta ricerca scenica alla scoperta delle opportunità del recitare con il legno, con la carne e con entrambi. Una ricerca che ha prodotto nuovi codici relazionali e occasioni creative: dal primo e inevitabile atto del guardarsi, misurarsi e annusarsi, attori e burattini, fra stupore e scoperta, sono arrivati a scimmiottarsi, quindi a riconoscersi e infine superarsi l'un l'altro giocando al teatro. Su questo linguaggio comune, costruito sulla sintonia fra ritmo e parola, gioco e musicalità, poggia l'intero nostro lavoro.

lo spettacolo

Don Giovanni in carne e legno realizza l’idea di veder recitare insieme, su uno stesso palco, attori e guarattelle napoletane: uno spettacolo inedito che fonde commedia dell’arte e teatro di figura, un impasto frutto della mescolanza di due modalità espressive di grande tradizione scenica.

Attori e burattini invadono reciprocamente gli spazi loro assegnati per tradizione, colmando così l’antica distanza fra il teatro “alto” dei comici in carne e ossa e il teatro “altro” dei girovaghi di piazze e mercati.

Il nostro Don Giovanni è il risultato di un’attenta ricerca scenica alla scoperta delle opportunità del recitare con il legno, con la carne e con entrambi. Una ricerca che ha prodotto nuovi codici relazionali e occasioni creative: dal primo e inevitabile atto del guardarsi, misurarsi e annusarsi, attori e burattini, fra stupore e scoperta, sono arrivati a scimmiottarsi, quindi a riconoscersi e infine superarsi l’un l’altro giocando al teatro.

Su questo linguaggio comune, costruito sulla sintonia fra ritmo e parola, gioco e musicalità, poggia l’intero nostro lavoro.

note di regia

"Non ci resta che ridare il teatro al popolo!"

Questa è stata la conclusione del primo incontro tra me e l’équipe teatrale di questo spettacolo. Non vogliamo fare la rivoluzione né parlare di politica ma mostrare che il teatro popolare ha radici così profonde nella terra che è impossibile tagliare queste vere e proprie “vene della vita” che appartengono a tutti e in primo luogo al popolo.

Il riso e il pianto sono le emozioni sulle quali noi costruiamo questo lavoro, perché il riso e il pianto sono espressioni emotive spontanee e spontaneo deve essere lo sguardo dello spettatore per accogliere il valore della nostra messa in scena.

Il nostro lavoro è basato su scritture scomparse e ritrovate dal determinato e passionale burattinaio Luca Ronga. Anche Nicola Cavallari, esperto delle maschere della Commedia dell’Arte e attore di teatro popolare ha largamente approfondito la figura di Don Giovanni. A me il compito di raccogliere la loro ricerca e insieme creare uno spettacolo con l’impertinenza del burattinaio, l’inventiva e il grottesco della maschera e lo spirito della Commedia dell’Arte, del teatro popolare, delle sagre, delle processioni e dei riti locali.

Ted Keijser

un grazie speciale a